Giardinaggio le Piante d'Appartamento.
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Le fioriere di grandi dimensioni devono essere provviste di un sistema di drenaggio e raccolta dell'acqua.I vasi di cemento o graniglia anch'essi porosi, sono però meno costosi, ma molto pesanti e spesso poco decorativi; d'altra parte possono sempre essere nascosti con della vegetazione ricadente piantata lungo i bordi, come il Dianthus deltoides, l'Hypericum calycinum o il Ceratostigma plumbaginoides, tutte erbacee perenni con lunghe fioriture e con un apparato radicale superficiale tale da non entrare in antagonismo con le altre piante presenti nella fioriera. I vasi di pietra e di marmo sono molto belli, ma anch'essi pesanti; inoltre, il marmo non traspira e bisogna quindi provvedere a un sistema di drenaggio adeguato. Anche la plastica, materiale oggi molto usato perché economico e funzionale, non ha traspirazione. Alcune forme di plastica sono dotate di riserva d'acqua incorporata, risolvendo così molti problemi di manutenzione e pulizia soprattutto per piante da tenere in interni (fioriere di questo tipo si trovano in commercio, un po' care, anche in terracotta). In certi tipi di arredamento si possono impiegare anche vasi in ceramica, in metallo (una vecchia pentola in rame), o ricavati da un tronco spezzato. I metalli, specie il rame non stagnato, possono però favorire correnti elettrolitiche non gradite alle piante; in questo caso è meglio isolare il substrato rivestendo l'interno con un foglio di plastica. Alcuni problemi di spazio possono essere facilmente risolti, ottenendo anche un piacevole effetto estetico, con cesti sospesi al soffitto e con portavasi in ferro da appendere ai davanzali e alle ringhiere; i primi sono in genere di vimini o di legno e conterranno delle specie ricadenti e dalla fioritura vistosa come il Pelargonium Hedera (il geranio-edera), il Sempervivum, il Cissus o l'Aeschynanthus. Sostegni vari, infine, e graticci completano la lista dei materiali che ci occorrono. Sono indispensabili per formare pareti e ripari verdi e coperture su cui far crescere il rampicante; queste strutture possono essere mobili, se interrate nei vasi più grossi, oppure, per una costruzione più solida, possono essere affrancate alle balconate o alle pareti della casa. INVASO E RINVASOTutte le piante coltivate in vaso devono essere periodicamente rinvasate, sia per motivi di crescita, sia perché occorre cambiare il terriccio, che, nonostante le concimazioni, con il tempo si impoverisce. Le piante più giovani, che presentano una crescita rapida, hanno bisogno di almeno un rinvaso all'anno, mentre quelle già adulte o di grandi dimensioni, a causa della difficoltà dell'operazione, possono essere rinvasate meno frequentemente (ogni 3-5 anni). E' comunque necessario rinnovare parzialmente il terriccio ogni anno; a questo scopo è sufficiente scavare con delicatezza lungo le pareti del vaso, rimuovere un po' di terra vecchia e sostituirla con della nuova. Queste operazioni vanno eseguite preferibilmente poco prima dell'inizio della primavera o alla fine del periodo di riposo invernale, oppure anche nel tardo autunno, e ogni volta che si presenti la necessità di cambiare il terriccio per la presenza di malattie fungine, di muffe o marcescenze causate da cattivo drenaggio o da miscuglio inadeguato. Un caso particolare è costituito dalle composizioni che vengono vendute in eleganti vasi di ceramica privi del foro di scolo; tali composizioni sono spesso dettate da esigenze puramente estetiche e non tengono conto delle diverse esigenze delle piante. E' quindi necessario separare le piante e rinvasarle, altrimenti deperirebbero rapidamente. E' certamente possibile sbizzarrirsi in composizioni di specie diverse, ma bisogna sempre riunire piante con affinità colturali e analoghe esigenze di umidità, luce, ecc.RINVASOL'operazione di rinvaso è abbastanza semplice. Anzitutto, scegliamo il nuovo vaso, che deve essere 2-3 cm più grande di quello vecchio (se si tratta di un vaso già utilizzato, va prima lavato accuratamente); prendiamo poi il vaso vecchio in mano, capovolgiamolo trattenendo il fusto tra due dita e tiriamo delicatamente il fusto, assestando leggeri colpi al vaso: la zolla di terra, trattenuta dal viluppo delle radici, scivolerà fuori e resterà appoggiata nel palmo della mano. Se la zolla non si distacca facilmente, si può passare una lama di coltello lungo le pareti del vaso; bisogna comunque evitare di tirare energicamente il fusto per non spezzarlo e rompere le radici. A questo punto, scrollando leggermente la zolla, eliminiamo un po' di terra vecchia ed eventualmente tagliamo le radici vecchie o malate che presentano segni di marcescenza. Poniamo quindi nel vaso nuovo il coccio ricurvo per coprire il foro di scolo, uno strato drenante costituito da ghiaia o palline d'argilla, alto almeno 2-3 cm e, se necessario, posizioniamo il tutore. Copriamo lo strato drenante con del terriccio fresco e quindi adagiamo la zolla con la pianta, facendo attenzione che arrivi 2-3 cm al di sotto del bordo del vaso. Riempiamo, infine, con terriccio fresco lo spazio rimanente, premendo leggermente con le mani per assestare bene la pianta. Per rinvasare piante di grandi dimensioni è meglio essere in due; in questo caso si adagia il vaso sul fianco e, mentre uno spinge dal foro di scolo con un legno, l'altro sorregge la chioma affinché non si rovini. A rinvaso ultimato si bagnerà la pianta per sub-irrigazione: la lasceremo, cioè, per un'ora circa, immersa fino a metà vaso in una bacinella d'acqua, ottenendo così una umidificazione omogenea del terriccio senza rischio di compattamento.TUTORI E SOSTEGNILe piante che hanno un portamento rampicante o ricadente necessitano di appositi sostegni. Il più comune è il tutore, un tubo di plastica ricoperto di sfagno (una specie di muschio) o di spugna a cui si appoggia la pianta. Le specie che sviluppano radici aeree o avventizie (Philodendron, Syngonium, Potos, ecc.) vi si avvinghieranno ben presto da sole, rendendo superflue le legature; inoltre, se si avrà la pazienza di bagnare regolarmente lo sfagno, esse vi trarranno anche una benefica umidità. Il tutore, che può essere anche costituito da una qualunque canna o bacchetta, va sistemato assieme alla pianta al momento del rinvaso e non infilato in un secondo momento, poiché danneggerebbe le radici.Altri sostegni, che garantiscono un piacevole effetto estetico, sono costituiti da graticci in bambù o legno fissati a un muretto o a una parete, o montati con un telaio sulle fioriere mobili; essi permettono a piante come l'Hedera, il Cissus, e la Tradescantia di formare un suggestivo fondale verde. CONCIMAZIONEUna pianta che vive in vaso ha bisogno di regolari apporti nutritivi poiché la modesta quantità di terriccio di cui dispone è destinata a impoverirsi rapidamente, né può autorigenerarsi come avviene naturalmente in un bosco; il substrato deve essere perciò periodicamente cambiato o concimato.LA NUTRIZIONE DELLA PIANTAI vegetali assorbono i sali minerali disciolti nell'acqua soprattutto attraverso le radici e, in parte minore, anche tramite le foglie: queste infatti presentano nella pagina inferiore numerose aperture microscopiche, dette stomi, che, oltre a servire per la respirazione della pianta e l'assorbimento o l'eliminazione del vapore acqueo, possono anche assimilare direttamente gli elementi nutritivi contenuti nell'acqua. I sali minerali combinandosi chimicamente con l'anidride carbonica e l'ossigeno assimilati dalle foglie formano la linfa elaborata, che costituisce il vero nutrimento della pianta, la quale utilizzerà gli elementi nutritivi in rapporto al suo fabbisogno; è quindi inutile, anzi dannoso, concimarla troppo. Gli elementi indispensabili per la crescita delle piante sono una decina e vengono denominati macroelementi: carbonio, idrogeno, ossigeno, tratti dall'aria e dall'acqua, sono i principali costituenti della sostanza secca della pianta; l'azoto è l'elemento base per lo sviluppo vegetativo, essendo il principale componente delle proteine; il fosforo è un costituente delle sostanze organiche più nobili della cellula vegetale e dona alle piante robustezza e resistenza alle malattie; il potassio favorisce l'accumulo dei carboidrati e quindi lo sviluppo dei fiori e dei frutti; il magnesio è un componente fondamentale della clorofilla; il ferro infine favorisce il rinverdimento del fogliame. Esistono poi numerosi altri elementi che, anche in piccolissima quantità, intervengono nel processo vitale e sono perciò indispensabili. I CONCIMII concimi, cioè i preparati nutritivi per i vegetali, si dividono in due grandi categorie, che rispecchiano anche due pratiche e concezioni colturali spesso assai distanti tra loro: i prodotti chimici di sintesi e i concimi organici. Nei primi, largamente usati nell'agricoltura moderna, i sali minerali sono già pronti e miscelati nelle proporzioni volute; questi prodotti sono disponibili in piccole confezioni anche per il giardinaggio. Con i secondi, seguendo una pratica più tradizionale, si preferisce arricchire il terreno soprattutto con l'uso di sostanze organiche decomposte naturalmente, che abbiano un alto contenuto di macroelementi in associazione a numerosi altri composti utili (enzimi, proteine, vitamine). A parte ogni altra considerazione agronomica, economica e ambientale, la concimazione chimica altera profondamente i meccanismi biochimici della pianta rendendola, ad esempio, più vulnerabile nei confronti dei parassiti; la concimazione organica, invece, migliora la struttura del terreno, lo arricchisce con un'infinità di microelementi e flora batterica che lo rendono fertile e ``vivo" nel tempo. E proprio nella coltivazione delle piante in casa, poiché non siamo condizionati da esigenze di efficientismo produttivo, possiamo facilmente praticare una concimazione organica più rispettosa del ciclo naturale della pianta. Concimi organici. Un ottimo terriccio per i vasi si ottiene con un miscuglio di terra, di foglie e loam (ricco di materiale organico di origine vegetale e quindi in grado di fornire una buona quantità di nutrimento), a cui eventualmente va aggiunta una parte di stallatico. Disponendo di un balcone abbastanza grande o di una terrazza, si può anche destinare un angolo alla fabbricazione del compost, concime ottenuto tramite la stratificazione di materiale organico di varia provenienza che si decompone nel giro di 2-3 mesi e fornisce un ottimo terriccio sciolto e ricco di humus; come contenitore per il compost si possono utilizzare quelli appositamente in commercio oppure, più semplicemente, un mastello o una cassa di legno; l'operazione consiste nell'accumulare rifiuti di cucina sminuzzati (bucce di patata o cipolla, fondi di caffè e tè, gusci d'uovo, foglie d'insalata ecc.), resti di coltura (soprattutto foglie ed erba, terra già usata) e un po' di stallatico. Il composto va tenuto leggermente umido, non ha cattivo odore e, una volta maturo, è un ottimo concime naturale, per di più molto economico. Altri concimi organici, presenti in commercio, anche in modeste quantità, sono la cornunghia (ricca di fosforo, potassio, calcio), il sangue di bue, ricco di azoto e, infine, alcuni concimi derivati da deiezioni animali, come il guano, la pollina, il letamino secco; sono tutti in polvere o granuli, dunque facili e pratici da usare. Ottimi risultati si ottengono anche impiegando macerati fatti in casa con ortica, tarassaco e consolida: erbacee che si possono raccogliere senza problemi nei campi oppure acquistare in erboristeria sotto forma di piantine secche; si avvolge 1 hg di pianta secca (2 hg di tarassaco) in un canovaccio e si fa bollire in un litro d'acqua per 10 minuti; si lascia macerare per una settimana, quindi si toglie l'involucro e si lascia riposare il tutto per 10 minuti. Il liquido così ottenuto è un potente fertilizzante, da usare molto diluito durante l'innaffiatura e l'irrorazione fogliare; l'ortica è ricca di azoto, il tarassaco di potassio, la consolida di fosforo. COME E QUANDO CONCIMARELa concimazione è necessaria se le piante d'appartamento non vengono rinvasate. Il momento in cui la pianta ha maggior bisogno di nutrimento è l'inizio della primavera, allorché esce dal periodo di riposo. Bisogna allora scalzare delicatamente la terra superficiale del vaso asportandola fino a scoprire le prime radici e sostituirla con composto ben maturo, mescolato a terriccio fresco. Saranno in seguito sufficienti 2-3 innaffiature o 4-5 nebulizzazioni sulle foglie (essendo di regola la concimazione fogliare più diluita dell'innaffiatura), a intervalli di 15 giorni per favorire, a seconda dei casi, l'accrescimento vegetativo, la fioritura o lo sviluppo dell'apparato radicale. Si devono poi effettuare altre 2 concimazioni in estate: una durante e una alla fine della fioritura (se la pianta non ha fioritura, sarà sufficiente una sola concimazione liquida all'inizio dell'estate). Non disponendo di terriccio compostato è possibile nutrire la pianta solo con concime liquido, che va somministrato alla ripresa vegetativa, ogni 10 giorni per 6-7 settimane, interrompendo in seguito per 4-5 settimane, per poi riprendere verso fine estate. Ogni tipo di concimazione va comunque sospesa nel periodo invernale, per favorire il riposo della pianta. RIPRODUZIONEPer l'appassionato di giardinaggio, la riproduzione delle piante costituisce una delle esperienze più affascinanti; talvolta questa operazione si rivela inoltre necessaria per far rivivere una pianta gravemente ammalata o per separare in più parti un'altra divenuta troppo grande. Nei vegetali la riproduzione è di 2 tipi: sessuale e agamica (asessuata). Attraverso la prima, che consiste nella fecondazione e produzione di semi fertili, si ottiene una pianta che assomma i caratteri genetici dei genitori e sarà pertanto sempre un po' diversa da ognuno di questi; la riproduzione agamica, invece, avviene separando dalla pianta madre una porzione di ramo, foglia, fusto o radice, che poi si svilupperà autonomamente, mantenendo però tutti i caratteri distintivi della pianta da cui proviene. Questo secondo metodo, chiamato più propriamente "propagazione", è l'unico possibile per mantenere inalterate le caratteristiche di colore, variegatura e portamento delle varietà ottenute con successivi incroci e ibridazioni. D'altra parte, molte piante ornamentali, ottenute con incroci successivi, risultano spesso sterili e perciò moltiplicabili solo per via agamica.LA RIPRODUZIONE PER SEMINALa riproduzione per semina è poco usata in appartamento perché occorrono in genere molte cure e condizioni di umidità e temperatura particolari. I semi vanno posti in una cassetta-semenzaio contenente un substrato molto leggero e inerte, meglio se sterile, per evitare la formazione di germi e muffe, che sarebbero fatali alle piantine; ideale è un miscuglio di sabbia e torba triturata. I semi di piccole dimensioni vanno solo leggermente pressati nel substrato, mentre quelli più grossi si interrano a una profondità pari a 2-3 volte il diametro del seme. Essenziale è che il terreno sia tenuto costantemente umido; a questo scopo si può coprire il semenzaio con un vetro. Le piante tropicali non sempre riescono a fiorire in casa e a produrre semi fertili; questi, comunque, vanno seminati al più presto in un semenzaio da tenere a una temperatura costante e abbastanza alta (18-21°C). I tempi di germinazione variano molto da specie a specie: le piante annuali sono più rapide, le specie legnose e arboree più lente.LA RIPRODUZIONE AGAMICADivisione dei cespiTra i diversi tipi di riproduzione agamica il più semplice è la divisione dei cespi; tale sistema è utilizzabile per piante che abbiano rami e foglie caulinari, che cioè nascono fasciate una dentro all'altra direttamente dal fusto (caule) sotterraneo (Spathiphyllum, Sansevieria, Aspidistra, ecc.) oppure, in generale, per piante con radici tuberizzate o con fusti sotterranei come: Marantae, Asparagus e alcune liliacee. Il momento migliore per dividere i cespi è la fine dell'inverno, al termine comunque del periodo di semi-riposo; si toglie la zolla dal vaso scrollando via più terra possibile per individuare i vari tuberi o i singoli cespi, che inizialmente vanno divisi con le mani senza forzare né strappare; poi vanno separati con un taglio netto per mezzo di un coltello ben affilato. Le piante ottenute devono essere rinvasate subito. Si dovrà avere molta cura delle nuove piantine finché le radici saranno cicatrizzate e stabilizzate: durante questo periodo, infatti, le radici forniscono scarso nutrimento e poca acqua al fogliame; è meglio allora coprire la pianta con un sacchetto di plastica trasparente che mantenga all'interno una buona umidità; tale copertura va in seguito (dopo 2-3 settimane) aperta e tolta gradualmente per abituare il fogliame all'ambiente esterno, più secco.TaleaE' il sistema di moltiplicazione utilizzato più frequentemente, essendo adatto a moltissime specie. Consiste nel tagliare da una pianta una porzione di fusto, di ramo o di foglia, in modo che essa possa emettere radici e sviluppare quindi un nuovo individuo. La talea può essere fatta con la parte terminale del fusto o di un ramo (talea apicale), o anche, nelle specie particolarmente adattabili, come il Pelargonium, il Chrysantemum, il Philodendron, e la Dieffenbachia, con una porzione di fusto che contenga almeno un nodo, il punto cioè da cui nascono le gemme. Risultati più sicuri si ottengono, però, con talee che abbiano almeno 2 gemme: quella inferiore viene interrata ed emetterà le radici, mentre dall'altra, che dovrebbe avere almeno una foglia, si svilupperà la nuova piantina. Le talee erbacee, provenienti cioè da porzioni non lignificate della pianta, radicano in genere più velocemente, mentre le talee semilegnose o legnose hanno tempi di radicamento più lunghi; per queste ultime si dovrà facilitare l'emissione delle radici praticando dei taglietti nella parte terminale da interrare. La talea legnosa o semi-legnosa, ottenuta con un rametto, deve avere più gemme da interrare; ad essa toglieremo le foglie, conservandone solo poche all'esterno o anche una sola, se si tratta di una foglia grande. Le talee così preparate vanno interrate in un substrato soffice e leggero, che faciliti la crescita delle prime radichette e permetta la circolazione d'aria, in modo da prevenire la formazione di muffe e malattie fungine; il terreno deve essere tenuto costantemente umido, altrimenti la gemma non sarà stimolata ad emettere radici che, comunque, all'asciutto seccherebbero subito. Il miscuglio ideale è formato da torba e sabbia in parti uguali. Alcune specie con foglia carnosa, come le crassulacee, la peperomia, la saintpaulia, e le begonie rizomatose, che amano tutte gli ambienti ventilati e poco umidi, si moltiplicano facilmente per talea di foglia; questa va tagliata e appoggiata, o appena interrata, dalla parte del picciolo, in substrato poroso e inerte (sabbia e torba) da mantenere poco umido; per facilitare il radicamento, le venature della foglia vengono incise di traverso e la foglia stessa viene tenuta aderente al substrato per mezzo di forcine o gancetti di legno. Il giusto grado di umidità intorno alla talea e al terriccio può essere conservato mediante l'impiego di coperture di plastica trasparente che vanno comunque aperte, di tanto in tanto, per far circolare l'aria. I tempi di attecchimento variano molto a seconda delle specie e del tipo di talea: da un minimo di 2 fino a 6-8 settimane. Durante tale periodo la talea dovrà restare turgida e le foglie verdi, mentre eventuali segni di marciume al colletto o di appassimento delle foglie indicano che la radicazione non è avvenuta. Alcune specie, infine, radicano molto facilmente in acqua pura, offrendo così l'occasione di poter seguire attraverso il vaso trasparente tutto il processo: è il caso di Philodendron, Photos, Dracaena e Cyperus: tuttavia le talee così radicate possono trovare difficoltà se successivamente vengono trapiantate in terra, per cui è meglio continuare la coltivazione in coltura idroponica o in idrocoltura. Propaggine e margottaLa propaggine è il sistema che si usa per le piante sarmentose e a portamento strisciante o ricadente, le cui talee radicano con difficoltà. Consiste nell'appoggiare un ramo su un substrato soffice e poroso contenuto in un vaso posto vicino alla pianta madre; su questo ramo, che va tenuto aderente al terriccio, nel punto di nodo, mediante una forcina, si deve praticare una leggera incisione per aiutare il radicamento. Quando si saranno formate le nuove radici, il ramo potrà essere separato dalla pianta madre. Qualora sia impossibile eseguire la propaggine, per mancanza di rami bassi o ricadenti, si può ricorrere alla margotta, che consente di far emettere radici ad un ramo anche molto alto rispetto al terreno. Si esegue un taglio dal basso verso l'alto, che entri nel fusto fino a metà del diametro e, per tenerlo aperto, vi si introduce della torba fibrosa unita ad un chicco di cereale (orzo, frumento), che stimola la produzione di ormoni radicanti; tutto intorno si ri e con torba umida e si fascia con plastica opaca o strisce di tela. La margotta, che va tenuta costantemente umida, ha tempi di radicamento abbastanza lunghi: dai 3 agli 8 mesi. Il periodo migliore per queste operazioni è la primavera, in particolare per le piante legnose, più lente a radicare, mentre per le altre si protrae fino alla tarda estate. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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